Arcangelo Ciaurro nasce a Castellaneta, in provincia di Taranto, nel 1953. Vive e lavora a Varese. Inizia a dipingere in maniera spontanea, perché la pittura lo attrae, senza maestri, senza nessuno cui guardare, così come da bambino giocava alle biglie, con le macchinine o le figurine. Per molti anni non si ispira a nessuno, dipingendo la sua vita, le sue cose, le persone care, perfezionandosi in anni di disegno spesi per essere padrone della forma. La sua pittura è sempre spontanea, personale. Ritrae ulivi, paesaggi pugliesi assolati, persone care, alberi sulle spiagge, ulivi contorti e argentei, mandorli dal verde tenero e dai rami duri, cipressi neri oltre il muro del cimitero, pini marittimi alla stazione e poi castagni, larici rossi e rosati dalle carezze del sole. Dopo la spontaneità degli inizi, arrivano gli innamoramenti pittorici, cresce la capacità, si provano soluzioni già trovate. La strada, che potrebbe apparire più semplice, in realtà si contorce sempre di più. Le capacità tecniche dell’artista crescono, ma con loro cresce anche lo smarrimento. Ecco allora che, a seguito di una profonda introspezione, l’artista ripensa ai suoi inizi, all’ingenuità, alla pulizia mentale, alle cose che ama e che gli dicono poesie. Ricomincia a dipingere soprattutto alberi, come gli antichi lauri della collina di Sant’Albino, sui quali si arrampicava e che lo lasciavano nero, dopo averlo portato, con le loro lunghe braccia contorte, nel profondo delle foreste più lontane: quelle dei sogni e dei misteri.

Gli alberi parlano all’artista e recitano poesie. Grazie alla loro conoscenza egli sente di sapere dove si trova e per quale motivo. Charles Darwin: “Gli alberi costituiscono la maggior bellezza di tutti i paesaggi” e l’artista condivide questo pensiero, abbracciandolo con tutte le sue forze e cominciando a ritrovarsi.

Le atmosfere sono quelle che ama, la tecnica è nuova e antica, comunque “sua”. L’evoluzione per tornare alle origini è iniziata.

Opere pubbliche:
Arredo quartiere “Messina 2” con 32 dipinti di grandi dimensioni, Messina – Arredo villaggio “Garden Club” con dipinti, acqueforti, sculture, bassorilievi e ceramiche dipinte a San Vincenzo (Livorno) – Arredo villaggio “Neve sole” con dipinti, sculture, litografie e bassorilievi, Val di Sole, Trentino Alto Adige – Dipinto murale nell’ambito dell’operazione “Casoli Pinta”, Casoli di Atri (Teramo) – Dipinto murale nell’ambito dell’operazione “Cadorago Lario”, Como – Dipinti di grandi dimensioni per la Casa di riposo “Fratelli Molina”, Varese – Dipinto murale per il villaggio artistico “Giuseppe Grandi-Odoardo Tabacchi” a Boarezzo in Valganna (Varese) Dipinti presso la Chiesa dei frati cappuccini, Varese – Ritratto Padre Pio per l’altare della Chiesa del convento dei frati Cappuccini, Varese – Ventisei opere di piccole dimensioni per l’Hotel Londra Palace di Riva degli Schiavoni, Venezia.

Mostre:
1982, personale presso la “Galleria Ghiggini”, Varese – 1990, personale retrospettiva presso il “Chiostro di Voltorre”, Gavirate (Varese) – 1992, Mostra Nazionale ad invito Città di Todi – 2001, Fiera dell’arte Città di Pordenone; “Galleria Forni”, Bologna – 2002, opere in esposizione permanente presso la Galleria Magenta di Magenta (Milano).

Si sono interessati alla sua opera, fra gli altri:
Giorgio Seveso, Renato Valerio, Nino Miglierina, Fausto Bonoldi, Luigi Piatti.

L’albero
Le idee, misteriosamente e magicamente, partono da lontano e neppure ci accorgiamo quando e come si formano; eppure … quando giunsi a Casoli, con le mie idee e i miei colori, percorrendo l’ultimo tratto di strada in dolce salita, tra ulivi, fichi, mandorli e melograni, cominciai a godere del luogo, dei profumi nell’aria, di ciò che i miei occhi mandavano alla mia mente e il cerchio si chiuse incontrando la mia idea iniziale: dipingere un albero! Quando poi mi mostrarono il luogo in cui avrei dovuto appoggiare il mio lavoro, ebbi la conferma della magicità del pensiero. La mia parete interrompeva la continuità visiva di un viale alberato che correva alle sue spalle. Ho potuto così aprire una finestra su quel muro e ridare l’ordinato seguire degli alberi di quel viale.

Arcangelo Ciaurro