Angiola Tremonti nasce a Sondrio nel 1948. Vive e lavora a Cantù, in provincia di Como. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, frequenta l’Accademia di Arti Applicate, la Davide Campari di marketing e design, l’Accademia di Brera, seguendo corsi di affresco e addentrandosi alla ricerca delle più strane tecniche. Risulta poi vincitrice di concorso ed inizia ad insegnare nella scuola pubblica. Durante questi anni approfondisce gli studi di psicologia e frequenta numerosi convegni. Liberamente, ha luogo un’esperienza esistenziale imprevedibile come ricerca in paesi lontani come il Burkina Faso, in Africa e Calcutta, in India, dove ha luogo un intenso arricchimento vitale. Il forte legame con Don Antonio Mazzi la porta ad alternare l’arte con il volontariato si prodiga per i tossicodipendenti, scende in campo agguerrita a fianco dell’UNICEF contro la Pedofilia. Mette a punto la metodologia creativa degli “apsegni” che la porta alla sperimentazione tenendo corsi alle insegnanti a Milano, Como, Bologna, ed in numerose altre città. “Voglio, Vedo, Vivo” è il suo motto. Nel 1994, si avvicina al mondo della scultura, alla creta e alla cera. Produce i suoi primi lavori in bronzo, in oro ed in argento, aprendo un filone nuovo, quello del gioiello e dell’oggetto d’arte. Inizia la sua attività anche di design. Rossana Bossaglia, Raffaele De Grada e Gillo Dorfles la presentano con testi critici pregevoli. Opera a livello internazionale e negli ultimi dieci anni ha esposto solo in importanti spazi pubblici o museali, supportata da importanti sponsor.

La Mabilla. Chi è Mabilla? Riflettendo.
Le cose mi attirano, mi provocano, mi vengono incontro, pervadono i miei sensi, mi sento trascinata ad animare l’inerte, a vestirlo di forma e di colore. Nascono così le mie fantastiche creature e le ho chiamate Mabille. Sono tutte diverse. Mabilla invero è una matrice, una creatura unica, un’essenza soavemente amorfa, quasi una larva, un embrione gentile, in germoglio. Ora è una figura accucciata più che genuflessa, in sé raccolta, ora intensamente protesa verso l’altro, tra il richiamo e l’offerta, sempre mentre aspetta l’incontro. Il momento magico di trasformazione viene poi inavvertitamente, quasi impercettibile. Tutto può trasformarsi, un insetto, un fascio di luce, un frutto, una farfalla, un sasso. È un sasso, è muschio, è spuma, è vento o un’onda, o una nuvola o un ricordo. In tutto confondo me stessa nel far dono di forma e di colore. A volte però è il colore che prende il sopravvento: dirompe, divampa, si scatena, si trasmuta l’immagine fantastica diventando a sua volta creatura

Mabilla, fra presagi e liquirizia.
Esiste un paese morbido esistono persone con la luce dentro. Uso i colori incredibili delle parole. Mabilla come presagio di girasoli e di speranza in un ultimo soffio di allegria si aprono i cancelli della fine è l’inizio del capire. Cancro … e continuo a volare, con un’ala spezzata, respirando il profumo della terra, col ventre pieno succhiando liquirizia.
Il lunedì dopo il rientro a casa mi è stato diagnosticato un cancro al seno. Sto bene ed ho cambiato completamente il modo di vivere la vita. Osservando il mio affresco ciascuno potrà cogliere come appaiano chiari alcuni segnali. Vorrei che diventasse la Mabilla del seno e che chiunque passasse di lì si facesse venire in mente la data dell’ultima mammografia per fissare un nuovo appuntamento. Vi ringrazio con un caldo abbraccio.

Angiola Tremonti