Antonio Tonelli nasce a Milano nel 1934. Vive e lavora prevalentemente a Milano. Si forma nell’ambiente milanese ed inizia ad esporre, nel 1963, al Premio di pittura G. Mori di Lecco. Allestisce la sua prima personale nel 1971, presso la Galleria Pater di Milano. Nello stesso anno viene introdotto da Mario De Micheli alla Galleria Ciovasso di Milano, attorno alla quale operava un gruppo di pittori fra cui Aurelio C., Biffi, Cavallini, Gualerzi, Migliaccio, Pasetto, Spinoccia ed un po’ meno di frequente Gabriele Mucchi. Si immerge con entusiasmo in quel clima di pittura ad alta densità di realismo e poesia rimanendone emotivamente coinvolto. Dal 1977, sviluppa un’indagine figurativa imperniata sulla conoscenza dell’urbanesimo contemporaneo, espressa in chiave realistico-oggettiva. Dipinge preferibilmente per cicli tematici successivi; fra i più recenti: “Racconto urbano”, 1977/1981, presentato da Mario De Micheli; “Orti di periferia”, 1982/1984, presentato da Giorgio Seveso; “Nature morte nella metropoli”, 1985/1987, presentato da Rossana Bossaglia; “I nostri giorni difficili”, 1987/1997, presentato da Mario De Micheli; “I simboli di Van Gogh”, 1997/2002, presentato da Rossana Bossaglia.

Dal 1971 ad oggi allestisce numerose mostre personali in varie Gallerie d’arte, fra cui Galleria Pater, Milano (1971), Galleria Ciovasso, Milano (1977-1981-1983-1986-1987-1996-1997-2002), Galleria La Firma, Riva del Garda (1985), Galleria San Paolo, Bologna (1987-1992-1997), Università degli Studi, Pavia (1985), Galleria Delfino, Rovereto (1989), Galleria La Fenice, Sassari (1991-1992-1993-1995), Galleria Forme dell’Arte, Chiavari (1998), Galleria Armanti, Varese (1999-2001), Centro d’Arte Villa Gropallo, Genova (1999).
Partecipa inoltre, su invito, a importanti Rassegne d’Arte in varie città d’Italia e all’Estero.

Tra la più significativa bibliografia si segnala:
Franco De Faveri, “La colpa dell’Angelo”, Galleria Ciovasso, Milano, 2002; Rossana Bossaglia, “I simboli di Van Gogh”, Galleria Ciovasso, Milano, 2001; Rossana Bossaglia, Quaderni artistici Galleria Armanti, Varese, 2001; Maria Censi, Curzia Ferrari, Barbara Passarini, “Emozioni Belliniane nella pittura contemporanea”, Museo Sandro Parmeggiani, Renazzo (Ferrara), 2001; Giorgio Seveso, “L’Arte e le dittature”, Galleria Ciovasso, Milano, 2000; Maria Censi, Franco Fanelli, Alfonso Panzetta, Barbara Passarini, “Natura Morta (con frutta)”, Museo Sandro Parmeggiani, Renazzo (Ferrara), 1999; Renato Valerio, Quaderni artistici Galleria Armanti, Varese, 1999; Renato Valerio, Contro-Corrente, Milano, 1999; Renato Valerio, Archivio delle Arti, Mantova, marzo 1999; Giorgio Seveso, “Casoli Pinta”, Archivio delle Arti, Mantova, novembre, 1998; Giorgio Seveso, “Un sentimento lirico della realtà”, Galleria Forme dell’Arte, Chiavari, 1998; Mario De Micheli, “I nostri giorni difficili”, Galleria Ciovasso, Milano, 1995; Gianni Pre, “Il lessico familiare di Antonio Tonelli”, Galleria La Fenice, Sassari, 1993.

L’albero della libertà
L’albero della Libertà è un omaggio alla Rivoluzione francese e quindi al concetto di libertà, fraternità e uguaglianza. I simboli del lavoro umano, nelle sue forme del lavoro contadino (di cui sono emblemi la falce e il bastone per trebbiare) e del lavoro industriale (il martello), all’occasione possono diventare armi non convenzionali usate per la circostanza dal popolo che normalmente è inerme. Il berretto frigio è l’unico simbolo propriamente rivoluzionario che chiarisce quindi semanticamente il significato dell’opera.
Ha senso riproporre questo simbolo dopo più di duecento anni? Credo proprio di sì, perché è importante mantenerne vivo l’impulso e la forza vitale per contrastare in ogni epoca eventuali rigurgiti di pericolosi totalitarismi, proponendo sempre il principio di sovranità del popolo sopra ogni altro potere.

Antonio Tonelli