La sua documentazione è presente in:
Città del Vaticano: Segreteria di Stato; Milano: Curia Arcivescovile, Biblioteca Ambrosiana; Venezia: Patriarcato di San Marco; Tokyo: Istituto Italiano di Cultura; Lisbona: Museo Calouste Gulbenkian; Urbino: Fondazione Il Pellicano; Firenze: Istituto Germanico di Storia dell’arte; Roma: Presidenza Camera dei Deputati, Accademia dei Cinquecento; Ferrara: Vittorio Sgarbi.
Alla sua opera si sono interessati, fra gli altri:
L. Banchieri, S. Biscàro, M. Bugatti, D. Buzzati, A. Coccia, S. Colombo, R. De Martino,L. Magugliani, O. Martinelli, G. Minazzi, A. Nania, E. Raimondi, A. Servolini, R. Valerio, P. Viotto.
La Madonna della Pace
Le presunte certezze di un mondo sempre più tecnologico, globalizzato e laicizzato, ove le pause di riflessione sono state soffocate dalla frenetica ricerca del raggiungimento degli “status simbols” sono state, con i tragici eventi dell’11 settembre, bruscamente rimesse in discussione. L’uomo moderno si è sentito meno sicuro di sé ed ha cominciato a domandarsi sul suo essere e sul suo divenire, facendo emergere la necessità di recuperare altre certezze e riferimenti che si possano configurare nel ruolo della “centralità dell’uomo”: quelle del Trascendente.
Chiamato a Casoli di Atri immediatamente dopo questi fatti ed essendo un pittore di matrice figurativa, ho deciso di realizzare La Madonna della Pace.
Una mamma con il suo bambino, senza aureole o attributi decorativi: quale migliore messaggio di speranza e di augurio all’alba di questo terzo millennio, se non mettere al centro del mondo l’uomo, un piccolo uomo che giocherella con un rametto di olivo sullo sfondo delle maestose montagne d’Abruzzo.
Franco Petrosemolo