Franco Petrosemolo nasce a Milano nel 1949. Diplomatosi al Liceo Artistico di Brera, frequenta la Scuola del Castello Sforzesco nella sezione di affresco e mosaico e conclude la sua formazione in un noto studio di restauro, sotto la direzione del maestro Walmore Grazioli. L’interesse per l’insegnamento lo porta per venticinque anni al Liceo Artistico come titolare della cattedra di Modellato e per un breve periodo al Liceo Scientifico, per la cattedra di Disegno e Storia dell’Arte. Nel 1994, lascia l’insegnamento statale partecipando come docente a corsi e seminari. La sua prima presenza pubblica avviene nel 1968, ancora studente di liceo, nel nuovo spazio milanese della Rotonda Besana, ottenendo sul Corriere di Informazione una segnalazione di Dino Buzzati. Gli anni successivi sono improntati da una intensa attività espositiva sia a carattere personale che internazionale. Nel 1969, viene invitato a Parigi, al Salon International de l’Art Libre, al Trocadero, dove, insieme a cinque artisti, costituisce il “Padiglione Italia”. L’anno successivo, al PAC di Milano (Civico Padiglione d’Arte Contemporanea), l’artista espone nella sala dei “Pittori della Realtà”, insieme ai maestri: Annigoni, Sciltian, Donizzetti. Nel 1982, viene invitato al XII Premio Città di Gallarate e la sua opera “Omaggio ad Antonello da Messina”, dipinto ad olio su tavola, diviene patrimonio della Gallera Civica d’Arte Moderna. Nel 1984, alla Villa Reale di Monza, partecipa all’esposizione intitolata “I cento cavalli del Re”, organizzata dai Gentlemen d’Italia, che vede l’interessamento del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Nel 2000, la Fondazione “Il Pellicano” di Urbino lo invita ad illustrare una lettera di San Paolo per la manifestazione “Non più schiavo ma fratello”, che ottiene larga eco sull’Osservatore Romano ed il plauso di Papa Giovanni Paolo II. Attualmente, per la stessa Fondazione, sta realizzando la tavola dell'”Ascensione” per l’importante produzione editoriale del Vangelo di San Luca illustrato da artisti. A tutt’oggi, la sua attività espositiva a carattere personale e collettivo supera le cento presenze e le sue opere compaiono in numerose collezioni pubbliche, tra le quali, a Varese, nel Santuario di Sant’Antonio alla Brunella, il cartone in sanguigna di un Profeta. Importanti opere grafiche sono ubicate nella nuova sede della Croce Rossa Italiana a Varese, nella Cassa di Risparmio a Correggio (Reggio Emilia) e nel Castello Litta a Gambolò (Pavia). A queste opere si aggiungono alcuni dipinti murali. A Bodio Lomnago (Varese), la Mater Silente ed una edicola votiva; a Casoli di Atri (Teramo), la Madonna della Pace; ad Olginasio di Besozzo (Varese), la Madonna dell’Albero. Per l’esposizione personale presentata nel 2001 nel Battistero di San Giovanni di Varese, il Comitato Culturale del Centro Comunitario di Ricerche di Ispra realizza un CD-ROM intitolato “Nel mondo dell’arte sacra, opere di Franco Petrosemolo”.

La sua documentazione è presente in:
Città del Vaticano: Segreteria di Stato; Milano: Curia Arcivescovile, Biblioteca Ambrosiana; Venezia: Patriarcato di San Marco; Tokyo: Istituto Italiano di Cultura; Lisbona: Museo Calouste Gulbenkian; Urbino: Fondazione Il Pellicano; Firenze: Istituto Germanico di Storia dell’arte; Roma: Presidenza Camera dei Deputati, Accademia dei Cinquecento; Ferrara: Vittorio Sgarbi.

Alla sua opera si sono interessati, fra gli altri:
L. Banchieri, S. Biscàro, M. Bugatti, D. Buzzati, A. Coccia, S. Colombo, R. De Martino,L. Magugliani, O. Martinelli, G. Minazzi, A. Nania, E. Raimondi, A. Servolini, R. Valerio, P. Viotto.

La Madonna della Pace
Le presunte certezze di un mondo sempre più tecnologico, globalizzato e laicizzato, ove le pause di riflessione sono state soffocate dalla frenetica ricerca del raggiungimento degli “status simbols” sono state, con i tragici eventi dell’11 settembre, bruscamente rimesse in discussione. L’uomo moderno si è sentito meno sicuro di sé ed ha cominciato a domandarsi sul suo essere e sul suo divenire, facendo emergere la necessità di recuperare altre certezze e riferimenti che si possano configurare nel ruolo della “centralità dell’uomo”: quelle del Trascendente.
Chiamato a Casoli di Atri immediatamente dopo questi fatti ed essendo un pittore di matrice figurativa, ho deciso di realizzare La Madonna della Pace.
Una mamma con il suo bambino, senza aureole o attributi decorativi: quale migliore messaggio di speranza e di augurio all’alba di questo terzo millennio, se non mettere al centro del mondo l’uomo, un piccolo uomo che giocherella con un rametto di olivo sullo sfondo delle maestose montagne d’Abruzzo.

Franco Petrosemolo