Luigi Bennati nasce a Milano nel 1929. Agli inizi degli anni ’40 si distingue nella pratica della scultura lignea presso l’Istituto Artigianelli di Milano. Sono gli anni che lo vedono realizzare, in collaborazione con gli scultori Malerba e Frate De Bona, la “Madonna Pellegrina”. Successivamente negli anni ’50 diventa scultore titolare di una ditta di manichini che gli offre l’occasione di perfezionare gli studi sull’anatomia umana: sono i periodi in cui una rivista specializzata inglese lo consacra come “scultore del secolo”. Nel 1954 , per il teatro ” La Scala di Milano”, realizza la scenografia delle “Nozze di Figaro”. Innumerevoli sono i lavori monumentali da lui realizzati e che oggi si trovano collocati in prestigiose sedi amministrative e pubbliche.

Le sue opere sono custodite nelle sedi museali di:
Varese, Castellanza, Palermo, Casa de Los Pisos (Granada), Museo Remo Brindisi, Lido di Spina (Ferrara) Museo d’Arte Moderna di Montecatini (Pistoia), Museo d’Arte Moderna di Vibo Valencia, Museo Civico di Udine, Belgio; Corea; Olanda; Lussemburgo.
Tra le opere pubbliche si segnalano: Monumento ai Caduti, Solbiate Arno (Varese); Monumento a Padre Pio, Solbiate Arno (Varese); Monumento a Monsignor Sonzini, Viggiù (Varese); Monumento ai Caduti e Invalidi sul Lavoro, Legnano (Milano); Monumento alla Resistenza, Varese; Monumento a Papa Paolo VI , Oratorio San Vittore, Varese; Pannello Istoriato in ceramica, Istituto Tecnico Daverio di Varese; Altorilievo istoriato, Casa di Cura, Cuasso al Monte (Varese); Pannello istoriato Casa di Cura ” Le Terrazze” di Cunardo (Varese).
Murales: Villaggio Artistico, Diamante e Cirella (Cosenza); “Murales a Calam’Piso”, Palermo; “Murarte” Cadorago (Como); Villaggio Artistico “G. Grandi-O.Tabacchi” Valganna (Varese); “Casoli Pinta” Casoli di Atri (Teramo).

Mostre:
1967, Casa S. Giuseppe, Varese – 1972, Galleria ” La Bilancia”, Varese – 1977, “Permanente”, Milano – 1977, Galleria “Italiana”, Lussemburgo – 1981, Galleria ” La Tela”, Palermo – 1985, Galleria “Pagani”, Milano; Collettiva Internazionale, Fornaci di Cunardo, Varese – 1986, Circolo Culturale Monaco di Baviera (Germania) – 1986, Circolo Culturale Monaco di Baviera (Germania) – 1987, Collettiva Museo Villa Mirabello di Varese – 1988, Collettiva Internazionale, Museo Pagani, Castellanza (Varese) – 1989, Mostra Itinerante Mosca-Kiev-Tiblisi, San Pietroburgo (Russia) – 1989, Personale, Chiesa in San Pietro in Silvis, Induno Olona, (Varese) – 1991, Rassegna di Arte Sacra, Battistero di Varese – 1991, Personale, Gazzada, Varese – 1993, Personale, Arsago Seprio (Varese); Personale, Carnago, (Varese); Personale, Saltrio (Varese); Personale, Quasso al Monte (Varese) – 1995, Premio “Cesare Pavese”, Carnago, (Varese) – 2000, Collettiva “Arte, Storia e Cultura nei cortili di Besozzo”, (Varese); Premio Pompeo Marchesi “La vus di sass” Saltrio, (Varese); Collettiva “Circolo degli artisti”, Università degli Studi dell’Insubria (Varese).

Maternità
Come molti artisti considero la Natura madre e non matrigna. Ad essa dobbiamo tutto. Nel dipinto murale che in Casoli ho realizzato, mi sono prefisso il preciso scopo di idealizzare un binomio composto dalla “Natura e dalla Donna”, che io ritengo siano i punti di riferimento più nobili e insostituibili che accompagnano la vita dell’uomo e dai quali ha origine tutto il complesso manifestarsi delle molteplici forme sorgive dell’esistenza. Nel realizzare questa mia idea, mantenendo fede e rispetto alle caratteristiche stilistiche ed espressive del mio lavoro, ho voluto accentuare segnicamente le strutture che reggono l’intero impianto della maternità, che vogliono esplicare con chiarezza all’osservatore, che coloro che originano forme di vita (in questo specifico caso la Natura e la Donna) sono elementi e valori forti, e presenze irrinunciabili ed indispensabili per crescere nella vita di tutti i giorni. Per arrivare a significare ciò in termini d’immagini, ho avvertito la necessità di contestualizzare questo mio intento, con una “Natura” intesa e configurata con una paesaggistica che, nell’economia dell’opera, risultasse scevra da orpelli descrittivi, privilegiando l’assunto solo con alcuni simboli come il sole (fonte di luce, energia positiva e speranza) ed una stilizzazione di alberi a formare un immaginario paesaggio di “Natura-Madre” dalle cui radici tutti si alimentano e si edificano. La madre con bambino, nel mio intento compositivo e progettuale, ha voluto essere un chiaro omaggio alla “Donna” che è fonte di vita ed anche,un pensiero rispettoso e riconoscente, nei confronti della splendida realtà sociale territoriale abruzzese e delle meravigliose genti che la popolano.

Luigi Bennati