Marco Seveso nasce a Sanremo, in provincia di Imperia, nel 1945. Frequenta il Liceo Artistico di Torino, studiando disegno con Mauro Chessa e Sergio Saroni. Allestisce la sua prima mostra alla Galleria del Giorno di Milano, nel 1964 e, da allora, sono circa una quarantina le sue mostre personali in Italia e all’estero. Partecipa, inoltre, ad importanti rassegne e Premi nazionali e internazionali tra i quali il Premio Suzzara, il Premio del Fiorino, La Quadriennale di Torino, il Premio Imperia, la Rassegna Nuove Presenze di Imola, l’Intergrafik di Berlino e molte altre. È segnalato sul catalogo Bolaffi, nel 1982. Ha compiuto opere murali a Casoli di Atri, Foza e Varese. I suoi interessi abbracciano tutte le forme di comunicazione visiva: dalla pittura all’ illustrazione, dalle varie tecniche grafiche alla decorazione. Sono numerose e frequenti le collaborazioni con poeti e scrittori nella realizzazione di Cartelle e Pubblicazioni. Attualmente insegna disegno e pittura presso l’Associazione Gli Argonauti di Collegno e collabora con la Cooperativa Arti Visive ’78 di cui è tra i Soci fondatori. La sua pittura inizia e si sviluppa nel clima del Realismo Esistenziale, prevalentemente milanese, degli anni ’60-’70, con modi ispirati da Bacon e Giacometti, per giungere negli anni ’80 ad una pittura oggettiva e simbolica di disagio e alienazione. Oggi il suo discorso si svolge nella iterazione segno/simbolo dove dati onirici e surreali si scontrano e si fondono con elementi di oggettività e di racconto.

Tra le pubblicazioni cui ha partecipato ricordiamo:

“Il bosco”, con Ferdinando Albertazzi, 1980; “I giardini”, con un testo di Gianni Milano, 1986; “Geldwesen” di Giorgio Luzzi, 1987; “Le Vallette”, con un testo di Maurizio Corgnati, 1988; “La valigia”, con una poesia di Roberto Rossi Precerutti, 1989; “Per Viola” di Piero Amerio, 1994; “Figurazione 1° Vol.”, 1995; “Il vino di Baudelaire”, 1997; “Il canone di che”, con una poesia di Mario Lunetta, 1998; “I paesaggi del vino”, con una poesia di G. Isella, 2000; “La fontana narrativa”, di René Char, 2001; “La pataca mericana”, di Ettore Baraldi, 2001; “Chiara nel tempo”, di Luca Ragagnin, 2002.

Hanno scritto saggi o recensioni sul suo lavoro:
Ferdinando Albertazzi, Gian Carlo Angeleri, Giorgio Brizio, Elvira Cassa Salvi, Paride Chiapatti, Franz Clemente, Eugenio Comencini, Tiziana Conti, Giuseppe Cordoni, Mauro Corradini, Angelo Dragone, Mario De Micheli, Alessandra Ferrante, P. Fornaciari, Morena Ghilardi, Cristina Giudice, Paolo Levi, Mario Lunetta, Giorgio Luzzi, Teodosio Martucci, Angelo Mistrangelo, Gianni Milano, Aurelio Natali, Paolo Nesta, Monica Perosino, Franco Poli, Roberto Rossi Precerutti, Francesco Prestipino, Luca Ragagnin, Franca Romè, Giorgio Seveso, Roberto Tassi, Renato Valerio.

Come una bandiera
“… Un flusso dinamico di elementi eterogenei tra di loro, sbilancia lo sguardo sulla vertigine di uno spazio interno, il nostro esistenziale, in una dimensione in cui il segno è metafora, il particolare diviene simbolo dell’universale e la rappresentazione pittorica diaframma tra il reale e l’immaginario. Anche l’utilizzo di una tecnica mista, in cui il tratto del disegno si fonde e si confonde con inserti di colore, ha come effetto grafico un senso d’ambivalenza ed indeterminazione dell’immagine. Vi è, dunque, nei lavori di Seveso, un continuo passaggio dal formale all’irrazionale, dal fisico al metafisico e, al tempo stesso, una tensione inversa, che comprende le pulsioni ed i pensieri entro una cornice evocata dai continui riferimenti alle inquietudini del presente e alla consapevolezza razionale della quotidianità…”

Monica Perosino
dal Giornale dell’Arte, 03.06.2000