Marco Viggi (Marcovigi), nasce a Bologna nel 1928. Dopo il liceo artistico e l’accademia, frequenta la facoltà di Architettura di Firenze. Fino al 1955 lavora principalmente a Bologna, dedicandosi al ritratto, alla grafica, all’illustrazione, al design e all’arredamento d’interni. Dal 1955 al 1965 si occupa soprattutto di problemi di tecnologia costruttiva e di architettura, collaborando con imprese di produzione di edilizia prefabbricata e con società di progettazione e curando tanto gli aspetti grafici e pubblicitari quanto i progetti di architettura industriale. Partecipa a vari concorsi di architettura e ottiene un premio al concorso nazionale per il Cimitero di Modena vinto da Aldo Rossi. Dal 1966, dopo un lungo periodo di viaggi e soggiorni all’estero, riprende in modo sistematico l’attività di pittore a Milano. Dal 1984 al 1986 vive in Tailandia, dove tra l’altro esegue il ritratto del Re. Dipinge numerose opere di grandi dimensioni (oltre 50) destinate a sedi di importanti Aziende e Società come Gemina (sede di Milano), Dufrital (sedi di Milano e dell’aeroporto di Linate), Sea (Aeroporti di Linate e Malpensa), Mario de Maio (sedi di Milano e di Saronno), Sagim Azienda La Campana (sede di Arezzo). Dal 1992 al 1996 è stato consulente per l’immagine di Dufrital S.p.A. e della Sea Aeroporti di Milano. E´ segnalato nel Catalogo Bolaffi del 1983 e nel 1987 è invitato a Bologna ad Artefiera, nella mostra “Autoritratto come non ritratto” curata da Omar Calabrese.

Ha tenuto un gran numero di mostre in vari paesi, 35 personali e 40 collettive, in particolare in Italia, Germania, Spagna, Tailandia. Sul suo lavoro di pittore hanno scritto nel corso degli anni noti critici, scrittori e uomini di cultura, come R. Bossaglia, O. Calabrese, S. Ceccato, S. Dell’Orso, R. De Grada,M. De Micheli, A. Pansera, G. Severo, F. Albertazzi, G. Battaglia, N. Briamonte, L. Cammarella Falsitta, G. Cantone, M. Castaldi, F. Guardoni, Y. Hemmerle, G. Karegovic, A.L. Marz, G. Oldani, M. Perazzi, B. Pozzati, R.L. Tapparo, T. Trini, E. Vittoriani, G. Dorfles, R. Valerio, P. De Maria, A. Serini, M.G. Ghelfi e altri.

Santa Marina
Quando arrivai a Casoli per la prima edizione di Casoli Pinta non avevo ancora deciso il tema e il soggetto che avrei dipinto. A cena ebbi la fortuna di trovarmi a fianco del giovane parroco che mi raccontò la storia della sua Patrona. La trovai straordinaria. La documentazione delle ricerche svolte dallo stesso parroco mi confermò quale canovaccio sottile avrebbe potuto nascerci per un film (magari di Pupi Avati). Quella ragazza vestita da frate che aspetta per mesi, fuori dal muro del convento, il perdono per una colpa non sua, cullando e scaldando un bambino con l’amore di una maternità che la sua stessa scelta non le aveva concesso mi sembrarono adatte al più serio degli impegni. Il paesaggio attorno non era poi così diverso da quel Libano della sua antica storia e il calore e la ospitalità della gente mi aiutavano ad immaginare. Dopo avere riletto i documenti del parroco mi accinsi a dipingere con la commozione in gola e la passione nelle mani. Cinque giorni non sono molti. Se il risultato è incompleto o indegno del soggetto Santa Marina mi perdonerà.

Marco Viggi